Dal Martedì al Venerdì: 10.00 - 13.30 | 15.30 - 19.00
Sabato e Domenica: 10.00 - 19.00
Il Comune di Acqui Terme presenta la mostra antologica “Martini e Melotti.Un arco dello spirito” negli spazi del Civico Museo Archeologico di Acqui Terme, cui si aggiunge un breve itinerario in città.
L'esposizione, a cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto con il
coordinamento di Laura Garbarino, rappresenta un inedito confronto
fra due assoluti protagonisti della scultura italiana del ‘900: Arturo
Martini (Treviso, 1889 - Milano, 1947) e Fausto Melotti (Rovereto,
1901 – Milano, 1986).
La mostra, organizzata dal Comune di Acqui Terme, in collaborazione
con ComitArt e con la Fondazione Fausto Melotti di Milano, il Museo
Luigi Bailo di Treviso, Villa Ottolenghi Wedekind, la Fondazione Casa
di Riposo “J. Ottolenghi” di Acqui Terme, sarà aperta al pubblico da
sabato 7 ottobre 2023 a lunedì 7 gennaio 2024.
Il percorso espositivo riunisce 57 opere tra bronzi, terrecotte,
ceramiche, lavori in ottone e tecniche miste ed è preziosa occasione
per raccontare la profonda sintonia artistica che legò Arturo Martini e
Fausto Melotti.
La mostra prende il titolo da un passaggio del volume La scultura
lingua morta (1945), testamento artistico di Martini in cui lo scultore
esprime la propria speranza in una rinascita della scultura: “Fa' che io
serva solo a me stessa. Fa' di me un arco dello spirito”, è l'appello
che la scultura rivolge all'artista.
Il percorso si dipana lungo due tracce tematiche, che accomunano
Martini e Melotti: da una parte, la convivenza fra la fede cristiana e
l'influenza dell'antichità classica e, dall'altra, l'amore per la musica.
La mostra racconta anche la relazione di Martini con la città, in particolare con il conte Arturo Ottolenghi e la moglie Herta Von Wedekind, pittrice e scultrice, che in occasione della I Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma del 1931, rimasero tanto affascinati dal Figliuol prodigo di Martini da portarla con sé ad Acqui, dov'è tuttora visibile.
A testimonianza del forte legame fra Arturo Martini e Acqui Terme, il
percorso espositivo prosegue al di fuori del Civico Museo Archeologico
per attraversare la città: si parte dalla casa di riposo Ottolenghi, che
oltre al bronzo del Figliuol prodigo di Martini custodisce La madonna
con bambino in pietra di Herta von Wedekind (visitabili su
prenotazione tel. 0144 322192);
si continua a Villa Ottolenghi, presso Monterosso, dove è possibile
ammirare il grande gesso dell’Adamo ed Eva e il Tobiolo in bronzo
(visitabili nei fine settimana su prenotazione tel. 335 6312093).
Il percorso si conclude nel parco sottostante il Civico Museo
Archeologico con tre importanti sculture: il Monumento ai Caduti della
Prima Guerra Mondiale, un grande rilievo in bronzo di Pietro Canonica,
primo maestro di Fausto Melotti all’Accademia Albertina di Torino; il
monumento in pietra del 1905 al grande esploratore Giacomo Bove di
Eugenio Baroni; infine, il ritratto a figura intera del Presidente del
Consiglio dei ministri Giuseppe Saracco, ultima opera di Giulio
Monteverde del 1917.
Acqui Terme, avvalendosi della collaborazione con ComitArt, torna dopo
la pandemia a ospitare le antologiche, personali e collettive, dedicate
all’arte italiana e internazionale del XX secolo che rappresentano una
tradizione della città fin dal 1970.